Premio Campiello 2014: vince a sorpresa Giorgio Fontana



Con 107 voti sui 300 a disposizione della Giuria dei Trecento Lettori Anonimi, sabato 13 settembre al Gran Teatro la Fenice di Venezia Giorgio Fontana si è aggiudicato il premio Campiello per il suo romanzo Morte di un uomo felice, edito da Sellerio.
Non è la prima volta che la casa editrice palermitana conquista l'ambito premio di Confindustria Veneto - ricordiamo ad esempio il bellissimo romanzo storico Non tutti i bastardi sono di Vienna di Andrea Molesini - ma non è capitato spesso nella storia del premio che un autore così giovane ottenesse un riconoscimento tanto ampio da parte della giuria. Nella cinquina arrivata in finale c'erano autori di fama ed esperienza come Michele Mari e Mauro Corona, ma Fontana ha vinto di misura. Roderick Duddle di Michele Mari, edito da Einaudi, è arrivato secondo con 74 voti, mentre il superfavorito La voce degli uomini freddi di Mauro Corona, edito da Mondadori,  è arrivato soltanto terzo con 43 voti. E' una conferma molto importante per questo giovane autore, già apprezzato dai lettori per il precedente romanzo edito da Sellerio - Per legge superiore - di cui Morte di un uomo felice è il seguito, perchè il premio Campiello è un premio veramente trasparente e imprevedibile, in cui a scegliere sono i veri lettori e non i soliti noti. Mercoledì 17 alle ore 23 su La7 sarà possibile assistere alla registrazione della serata, condotta da Geppi Cucciari e Neri Marcorè.


Trama
Milano, estate 1981: siamo nella fase più tarda, e più feroce, della stagione terroristica in Italia. Non ancora quarantenne, Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l’inquietudine lo accompagnano da sempre. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È di umili origini, ma convinto che la sua riuscita personale sia la prova di vivere in una società aperta. È sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi, con i quali incrocia schermaglie polemiche, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie.
Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, che lo lasciò bambino morendo in un’azione partigiana. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non poté mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla.
L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti, e andrà a buon fine. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese. Si risveglia così il bisogno di immergersi nella condizione degli altri, dall’assassino che gli sta davanti al vecchio ferroviere incontrato al bar, per riconciliare la giustizia che amministra con l’esercizio della compassione. Una corsa e un’immersione pervase da un sentimento dominante di morte. Un lento disvelarsi che segue parallelo il ricordo della vicenda del padre che, come Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio di trovare un senso, una verità. Anche a costo della vita.

Giorgio Fontana
Morte di un uomo felice
Sellerio Editore Palermo
2014
280 pagine 

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