Nutshell o Nel guscio, di Ian McEwan
"I could be bounded in a nutshell, and count myself a king of infinite space, were it not that I have bad dreams."
"Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni."
William Shakespeare, Hamlet
Non so voi, ma io adoro Ian McEwan e ogni anno spero che l'Accademia di Svezia si renda conto che è lui il vero Autore da premio Nobel, però ogni anno rimango puntualmente delusa. Leggere i suoi romanzi invece non mi delude mai, perché McEwan è un genio e ogni volta di più ne ho la conferma.
Ho imparato ad amarlo quasi trent'anni fa leggendo Lettera a Berlino, storia d'amore e dannazione ambientata in Germania nel '55, in piena guerra fredda. Un romanzo che ti tiene incollata dalla prima all'ultima pagina, che parte con estrema dolcezza e lentamente ti trascina in un tunnel d'orrore.
Ho continuato ad apprezzarlo con Il giardino di cemento, in cui descrive l'inferno di una famiglia che oggi definiremmo "disfunzionale". Per non parlare di capolavori come Chesil Beach, che in poche pagine descrive la parabola distruttiva di una coppia di sposi in luna di miele, oppure Sabato, che seguendo la giornata di un uomo, un affermato neurochirurgo di Londra, riesce a metterti a parte di tutta la sua vita, i suoi sogni, le sue angosce per il futuro; o ancora Espiazione, una bellissima saga famigliare ambientata a cavallo della seconda guerra mondiale, in cui un banale errore compromette il futuro e la possibile felicità di tante persone, solo per citarne alcuni.
Insomma un autore che riesce a raccontare qualsiasi tipo di storia, esplorando qualsiasi genere e stile letterario, costruendo trame coinvolgenti e personaggi indimenticabili e adattando la propria prosa con una naturalezza ed una maestria ineguagliabili!
In Nutshell riconosciamo immediatamente il dramma shakespeariano di Amleto, raccontato però da una prospettiva assolutamente originale: quella di un figlio che deve ancora nascere, che è ancora un feto nel ventre della madre.
Come nell'Amleto di Shakespeare, anche qui ci troviamo di fronte ad una cospirazione tra la madre e lo zio per liberarsi del padre. Molti romanzieri in passato si sono ispirati ad Amleto, come Iris Murdoch e John Updike. Persino David Foster Wallace per il suo Infinite Jest si è ispirato a questo dramma. Anche la scelta di utilizzare il feto come voce narrante non è del tutto nuova, ma è sicuramente originale la combinazione delle due cose.
Il titolo - Nutshell, o Nel guscio nella traduzione italiana - descrive perfettamente lo spazio ristretto, quasi claustrofobico, in cui il piccolo ma saggio narratore si trova, suo malgrado, confinato. Da quella prigione però riesce ad origliare i discorsi dei "grandi", ad interpretare gli stati d'animo della madre Trudi (chiaro riferimento a Gertrude, la madre di Amleto), a comprendere il piano malvagio ordito contro suo padre da lei e dallo zio Claude (come Claudius in Amleto).
La genialità di McEwan consiste nel farti ritenere del tutto normale, dopo poche righe, che un feto si esprima con la voce di un personaggio elisabettiano, in grado di costruire incredibili giochi di parole e invettive cariche di sarcasmo.McEwan insinua che ciò sia dovuto all'abitudine materna di ascoltare tutto il giorno podcast di programmi radiofonici colti (come se una mamma italica ascoltasse tutto il giorno RadioRai3 per intenderci).
Oltre ad essere preoccupato per la propria famiglia, il piccolo narratore esprime gravi perplessità per il mondo che lo attende fuori del ventre materno ed è incatenato all'amletico dubbio: "essere o non essere?" Riuscirà il nostro piccolo ma saggio eroe a risolvere definitivamente il secolare problema?
Vi lascio in compagnia di Ewan McEwan che legge l'incipit del suo ultimo romanzo, in Italia edito da Einaudi con il titolo "Nel guscio". Buona Lettura!!
Ian McEwan
Nutshell
Doubleday
ISBN: 9780385542074
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