I nostri ragazzi di Ivano De Matteo, liberamente tratto da La Cena di Herman Koch

Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso.
Marcel Proust
 
Probabilmente molti di voi hanno letto La Cena (Het Diner) dell'olandese Herman Koch, pubblicato in Italia da Neri Pozza nel 2010 nell'ottima traduzione di Giorgio Testa.  Si trattò di un vero e proprio caso editoriale, il classico successo inaspettato del passaparola. Tradotto e pubblicato in tutto il mondo, ha infatti venduto ben 9 milioni di copie! Il motivo di tanto successo è presto detto: la questione attorno a cui ruota il romanzo è la più spinosa che si possa immaginare. Fino a dove siamo disposti a spingerci per proteggere i nostri figli? Dove finisce il nostro senso morale e scatta il nostro senso di protezione? Siamo tutti molto bravi a condannare, razionalmente, i figli degli altri quando commettono un crimine, ma se toccasse a noi, ai nostri figli, come reagiremmo, come ci comporteremmo? Li denunceremmo o cercheremmo di coprirli?

Il romanzo è una vera e propria bomba, un pugno nello stomaco per qualsiasi genitore di figli adolescenti. L'autore è molto abile nel trascinare il lettore nell'abisso vissuto dai protagonisti, due coppie borghesi, imparentate tra loro - i due uomini, un ministro e un professore, sono fratelli e in qualche modo sono uniti, si rispettano, mentre le cognate, molto diverse, si "sopportano" - che si incontrano a cena in un elegante ristorante per affrontare una recente drammatica vicenda che riguarda i loro ragazzi e decidere che tipo di condotta tenere. Koch cerca però di influenzare il nostro giudizio creando delle differenze sociali all'interno delle coppie, di cui una ha avuto "successo" nella vita mentre l'altra meno, e questo secondo me inquina un pò la versione dei fatti.

Ivano De Matteo è stato molto saggio. Il regista ha infatti trasposto la storia, che comunque è universale, in Italia ai giorni nostri, ma ponendo le due famiglie sullo stesso piano sociale - quello della borghesia medio-alta -  proprio per non creare alibi. I due fratelli nel film sono infatti un avvocato penalista - interpretato da Alessandro Gassman - e un medico pediatra - Luigi Lo Cascio -  mentre i figli non sono più due maschi come nel romanzo, bensì un ragazzo e una ragazza, scelta che consente a De Matteo di esplorare anche il rapporto padre-figlia. 

Il nocciolo della storia è sempre quello e De Matteo riesce ad affrontare con grande empatia ed equilibrio una questione così scottante. Il regista infatti non giudica e non giustifica in alcun modo il gesto dei ragazzi - che purtroppo non è una semplice bravata ma un vero e proprio crimine - e nemmeno le scelte dei genitori; si limita a riferircele, lasciandoci con il grande quesito - E io cosa averi fatto al posto loro? 

Molto azzeccato anche il cast, che oltre ai già citati Gassman e Lo Cascio, conta sulle bravissime Giovanna Mezzogiorno e Barbora Bobulova nel ruolo delle madri e sui giovani ma già convincenti Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori nel ruolo dei figli. Il film è stato presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia ed è uscito contemporaneamente nelle sale italiane.

Molto interessante l'intervista rilasciata da De Matteo a Repubblica che v'invito a guardare:

http://www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/edizione2014/2014/09/03/news/mostra_cinema_venezia_i_nostri_ragazzi-94954681/



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