La quarta parete di Sorj Chalandon

Con questo romanzo, vincitore del premio Goncourt des lycéens nel 2013 e del premio Tiziano Terzani nel 2017, Chalandon cerca di rispondere al quesito che risuona nella mente di noi lettori e di tutti gli amanti di qualsiasi forma di arte e bellezza dai tempi di Dostoevskij: può la bellezza salvare il mondo?

In questo caso la bellezza è impersonata da Antigone nella riscrittura di Jean Anouilh, che Samuel Akunis, un regista greco sopravvissuto alla persecuzione fascista durante la dittatura dei colonnelli, sogna da tempo di mettere in scena a Beirut per portare un messaggio di pace in questa terra martoriata dal conflitto. L'idea utopistica che lo guida è quella di riunire attori delle diverse fazioni politiche e religiose per realizzare lo spettacolo su un palcoscenico improvvisato durante una tregua di due ore, in segno di buona volontà. Un modo per "dare agli avversari la possibilità di dialogare tra loro (...) lavorando insieme attorno ad un progetto comune". 

Purtroppo, come disse John Lennon, la vita è ciò che ti capita mentre sei impegnato a fare progetti e il sogno di Samuel rischia di sfumare a causa di una malattia terminale che lo costringe in un letto di ospedale. 

Durante le proteste del maggio francese, in un'aula universitaria, Samuel ha però conosciuto George, un giovane militante convinto che la fantasia al potere detterà un nuovo ordine mondiale, esaltato da qualsiasi tipo di lotta e sprezzante di ogni tipo di ordine prestabilito, con il quale ha stabilito un'intesa e un legame fortissimo. 

George è unito ad Aurore, una giovane militante dalla quale ha avuto una figlia ed è felice nella sua nuova dimensione famigliare, tanto da aver deciso di cambiare vita una volta per tutte, quando viene a sapere che l'amico fraterno è in fin di vita. Accorre quindi al suo capezzale e qui gli promette solennemente di portare a termine il suo progetto. È tutto già deciso e predisposto; sarà sufficiente riprendere i contatti con gli attori già selezionati da Samuel, rigorosamente legati a fazioni diverse. Il luogo in cui allestire lo spettacolo è uno spazio a cavallo fra i confini delle zone occupate e sarà necessario richiedere ai comandanti una tregua per la durata della recita.  

George si ritrova così a Beirut, improvvisamente catapultato in una nuova realtà, quella della guerra vera, con la sua violenza e crudeltà, che nulla ha a che vedere con le lotte e le tensioni vissute in Francia. Ma nella tragedia è possibile toccare con mano la vera umanità, quella che ti penetra nella carne e ti trasforma: George tornerà profondamente cambiato da questa esperienza.

Riuscirà George a mettere in scena l'Antigone realizzando il sogno di Samuel? La bellezza, in questo caso del teatro, sarà in grado di salvare il mondo dalla stupidità dell'uomo? Lo lascio scoprire a voi. 

Nota: purtroppo il libro non è reperibile nelle librerie e neppure online, in quanto esaurito. Speriamo che l'editore Keller lo mandi presto in ristampa perché assolutamente da leggere. Nel frattempo potete richiederlo in biblioteca.




 






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