Rocco Schiavone, il vicequestore più amato dagli italiani, nato dalla penna di Antonio Manzini
"Mi guardi dottor Baldi. E si guardi. È un giorno di festa e invece lo passiamo tutti e due in un ufficio. La fotografia di sua moglie è di nuovo sparita dalla scrivania, io mia moglie l'ho persa più di cinque anni fa, siamo due treni su un binario morto, e se ci togliessero questo..." e indicò con un gesto la stanza "... finiremmo in qualche ospizio a dondolarci su una sedia di fronte a un muro. Io e lei ci trasciniamo, dottore. Lei abbraccia disperato il lavoro e le regole, io quei tre figli di puttana di amici che stanno a Roma. Ma non saprei dirle se è lei ad avere ragione, o io."
Vi è mai capitato di scoprire "casualmente" una nuova serie di romanzi noir e di non riuscire più a staccarvene? E di continuare a leggerli in ordine contrario alla loro pubblicazione perché ormai avete iniziato dall'ultimo e non avrebbe alcun senso ricominciare dal primo? A me era già capitato con la trilogia noir di Jean-Claude Izzo - Casino totale, Chourmo e Solea - e anche quella volta era stato amore a prima vista per l'ex poliziotto Fabio Montale, un uomo che per molti versi assomiglia al vicequestore Rocco Schiavone, protagonista della fortunata serie nata dalla magica penna (o tastiera) di Antonio Manzini.
L'umanità di Fabio Montale, un lupo solitario dal cuore ferito, che cerca a modo suo di ristabilire un minimo di giustizia in un mondo marcio e corrotto, dove per denaro si commettono i peggiori crimini, mi è subito balzata alla memoria leggendo le (dis)avventure e le riflessioni sulla vita di Rocco Schiavone. Entrambi sono cresciuti nei quartieri popolari, a stretto contatto con la malavita, e sebbene abbiano scelto di stare dalla parte giusta non hanno mai perso contatto con gli amici di gioventù o rinnegato le proprie origini.
Profondamente feriti e disillusi, talvolta anche cinici e violenti, desiderano soltanto ritrovare un po' di pace e si nutrono delle piccole gioie della vita, che per Montale sono il cielo e il mare di Marsiglia, il suo adorato pastis, le donne, le partite di belote con gli amici al bar, mentre per Schiavone le passeggiate al tramonto con la sua fedele cagna Lupa, riabbracciare gli amici della sua borgata romana e il ricordo dell'amore della sua vita, Marina. Un sentimento totale infatti lo tiene legato alla moglie, scomparsa tragicamente in un'agguato ordito contro di lui qualche anno prima, e gli impedisce di lasciarsi andare ad un nuovo rapporto.
Due personalità forti, piene di rabbia e di dolore ma anche di senso dell'onore e di passionalità, che fanno breccia nel cuore dei lettori e acquistano sempre più spessore e verità, pagina dopo pagina. Sullo sfondo il sistema degli intrecci illeciti tra imprese, politica e malavita, la corruzione degli strati più privilegiati della società, il disincanto per una vita che avrebbe potuto essere bellissima e che invece è avvelenata dalla cupidigia degli uomini.
Ecco, volevo parlarvi di Antonio Manzini e degli ultimi due libri che vedono come protagonista il suo vicequestore Rocco Schiavone, 7-7-2007 e Era di maggio, invece ho finito per parlarvi anche di Jean-Claude Izzo e dei suoi romanzi noir, ma sono certa che Antonio Manzini non si offenderà per questo paragone. Jean-Claude Izzo infatti è stato un grandissimo autore francese (di chiara origine italiana), purtroppo scomparso troppo presto (a soli 55 anni), e uno dei più grandi casi editoriali oltralpe. Tutti i suoi romanzi e racconti, non solo questi tre che vi ho citato, vanno assolutamente letti perché emozionano tantissimo e fanno riflettere. Come disse Izzo in un'intervista: "Mi dicono a volte che i miei libri sono neri e pessimisti, ma il più bel complimento che spesso mi hanno fatto è dirmi che quando si finisce di leggerli viene una maledetta voglia di vivere." I romanzi di Antonio Manzini a me hanno procurato le stesse emozioni.
Colgo l'occasione per segnalarvi anche la nuova fiction Rocco Schiavone, prodotta da Rai Fiction e Cross Production e diretta da Michele Soavi, ovviamente ispirata ai gialli di Antonio Manzini, con un cast d'eccezione che vede Marco Giallini nei panni del vicequestore e Michela Ragonese che interpreta il ruolo della moglie Marina, e che sarà trasmessa quest'autunno da Rai2 (non vedo l'ora!!).
Antonio Manzini
Era di maggio
7-7-2007
Sellerio
Jean-Claude Izzo
Casino totale
Chourmo
Solea
e/o
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