IL GIORNO PRIMA, un romanzo di Sorj Chalandon

 

"Adesso mi giuri una cosa" mormorò la mamma. Io ero seduto, lei china su di me. Io non risposi. Aspettai, con il cuore affondato nel suo. "Non fare mai bambini, Michel. Per favore. Fa troppo male."

Il 27 dicembre 1974 più di 40 minatori persero la vita nel pozzo di Saint-Aimé di Liévin-Lens. Chalandon prende spunto da questo fatto realmente accaduto per scrivere un romanzo epico, che ricostruisce la storia privata di una famiglia semplice, devastata dalla perdita del figlio maggiore, ma anche quello di una comunità mai più risollevatasi da una tragedia che ha distrutto la vita di tante famiglie. 

L'io narrante è Michel Flavent, fratello di Joseph detto Jojo, un giovane minatore di Saint-Aimé, morto in ospedale il 22 gennaio 1975, 26 giorni dopo il tragico incidente alla miniera. Michel, all'epoca appena sedicenne, resta profondamente segnato dalla perdita dell'amato fratello:

La morte di Joseph mi aveva spento. La mia era una giovinezza già vecchia.

Decide quindi di abbandonare il Nord e si trasferisce a Parigi dove s'innamora di Cecile e la sposa, trascorrendo con lei una vita apparentemente felice. Lontano dalla miniera e dai brutti ricordi la sua vita scorre veloce, come le auto sportive che amava da bambino, tanto da essersi meritato il soprannome di Steve McQueen, l'attore protagonista del film Le 24 ore di Le Mans. Ma quando Cecile muore, Michel decide di tornare a Liévin per chiudere i conti con il passato e vendicare il fratello, come promesso al padre morente.

"Vendicaci tutti della miniera" aveva scritto mio padre. Le sue ultime parole. E io avevo promesso. Quando era morto, con i pugni a minacciare il cielo. Non avevo mai smesso di promettere.

Sotto falsa identità riesce ad avvicinare il vecchio direttore della miniera, Lucien Dravelle, un uomo anziano, devastato dalla silicosi e dai sensi di colpa. Dopo un paio di bevute in osteria, i due diventano quasi amici e Michel può finalmente portare a termine il suo disegno. Ma le cose non vanno come previsto e il romanzo prende una piega inaspettata, muovendosi con abilità tra colpi di scena degni dei migliori legal thriller e l'analisi di temi importanti come la giustizia, la colpa, la dignità e il lavoro, con chiari riferimenti al romanzo sociale di Zola.

L'ennesima prova della grandezza di questo autore, che ogni volta sorprende il lettore grazie ad  una scrittura precisa e potente che riesce a scavare negli abissi dell'animo umano lacerato dal peso della menzogna e affamato di perdono. 

Se ancora non conoscete Sorj Chalandon, vi consiglio La quarta parete, che gli è valso diversi premi tra cui il Goncourt des Lyceén (purtroppo al momento introvabile in libreria ma disponibile in molte biblioteche) e l'ultimo suo romanzo intitolato Una gioia feroce, tutti pubblicati da Keller editore, una delle case editrici più interessanti e coraggiose del panorama italiano.

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