Da Balla a Dalla - Storia di un'imitazione vissuta





Sabato 4 novembre ho avuto il privilegio di assistere, nel teatro della mia città, al recital che Dario Ballantini ha dedicato all'amico e mito della sua giovinezza: Lucio Dalla.

Prima di assistere allo spettacolo non avevo collegato Dario Ballantini all'attore che imita lo stilista Valentino e tanti altri personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport in programmi televisivi come Striscia la notizia. Sono una persona che ama farsi sorprendere quindi solitamente decido di assistere a uno spettacolo teatrale o di visitare una mostra in modo istintivo, senza informarmi troppo su quanto sto per vedere. Ciò che mi ha spinta ad acquistare i biglietti per lo spettacolo di Ballantini è stata l'opportunità di riascoltare dal vivo tanti brani del cantautore bolognese che sono state la colonna sonora di una buona parte della mia vita.

Lucio Dalla non era uno dei miei cantanti preferiti in assoluto, ma alcune sue canzoni hanno davvero segnato un'epoca e, per noi over cinquanta, rappresentano delle vere e proprie pietre miliari. Come ha giustamente sottolineato Ballantini, Lucio Dalla era un visionario e uno sperimentatore. Le sue canzoni sono una profondamente diversa dall'altra, non è possibile inserirlo in un genere preciso, quindi è riuscito ad arrivare al cuore di moltissimi italiani di ogni generazione.

Quando ero giovanissima, poco più che una bambina, canzoni come 4 marzo 1943, Com'è profondo il mare, Piazza Grande, Cara, ecc., venivano trasmesse ogni giorno alla radio e non credo succedesse soltanto a Bologna, dove allora vivevo. La sua musica era inoltre presente in molte colonne sonore di film di grande successo, come quelli di Verdone, e nelle sigle di famosi programmi televisivi: chi non ricorda il suo gramellot musicato dagli Stadio per la sigla di "lunedìfilm"?

Canzoni senza tempo come Caro amico ti scrivo - ormai un classico del Capodanno da decenni - la dolcissima Anna e Marco - uno dei motivi per cui sono orgogliosa che mia figlia si chiami Anna - o Futura - che ci invita a guardare al futuro con curiosità e ottimismo - fanno ormai parte del nostro DNA.

Il bravissimo Dario Ballantini ha raccontato con grande affetto e simpatia, per oltre due ore, la sua passione/ossessione per la musica e la personalità di Lucio Dalla, nata sui banchi di scuola - come testimoniato dai numerosi ritratti e caricature di Dalla che il giovane Dario schizzava sulle pagine di diari e quaderni e che venivano proiettati alle sue spalle mentre parlava o cantava - interpretando le sue canzoni più belle o imitandone la voce e le movenze fisiche in modo davvero impressionante.






Dario Ballantini, ho potuto così scoprire, è un artista a tutto tondo: imitatore, ottimo cantante ma anche pittore molto quotato. Il racconto della sua immedesimazione in Lucio Dalla, che lo ha ossessionato per tutta la vita, è stato reso ancora più coinvolgente dall'accompagnamento di musicisti di grande talento, diretti dal maestro Stefano Cenci, e dall'attenta regia di Massimo Licinio. Ciò che mi ha colpita maggiormente, a parte le bellissime canzoni, è stata l'abilità di Ballantini di entrare e uscire ripetutamente e con naturalezza dal personaggio, truccandosi e struccandosi davanti ai nostri occhi stupiti.

Insomma, due ore di puro divertimento ed emozioni, fino alle lacrime.




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