Il fiume ti porta via, di Giuliano Pasini



Roberto considera il silenzio un luogo accogliente. Lo preferisce alla parola, che sente addosso come un vestito che si è costretti a mettere per una cerimonia di cui non importa nulla.


Terzo appuntamento con il commissario Serra e terzo incontro con l'ormai amico Giuliano Pasini, venuto a presentare la sua ultima creatura, Il fiume ti porta via, anche qui a Conegliano, tra le colline del prosecco, davanti ad un buon piatto di formaggi di casa Perenzin.

È praticamente impossibile non provare un'istintiva simpatia per Giuliano Pasini e per il protagonista dei suoi romanzi "gialli" Roberto Serra. Giuliano è molto cordiale - si ricorda persino i nomi dei suoi lettori più affezionati - e ama parlare delle sue passioni: la letteratura americana, la buona cucina, la sua famiglia ormai numerosa e la sua amante, neppure troppo segreta: la scrittura. Un'amante alla quale dedica poche ore ogni giorno, prima che sorga il sole, per non sottrarre tempo al suo lavoro principale e alla sua bellissima famiglia, ma che sta diventando di libro in libro sempre più importante. Così importante che ora Mondadori lo ha voluto nella sua scuderia.

Il commissario Serra, protagonista di tutti i suoi romanzi, ha senz'altro molto in comune con Giuliano: la sua umanità. Come Pasini, Serra ha un animo gentile e non pecca mai di superbia, sebbene sia molto in gamba nel suo lavoro. Ama mangiare bene, anche cucinare, e dà l'impressione di essere una persona alla mano, senza filtri o sovrastrutture.

Serra non è una persona qualsiasi: soffre di una particolare forma di epilessia, da lui definita la Danza, che lo coglie all'improvviso procurandogli delle allucinazioni in cui rivive brandelli delle vite degli altri, che aprono degli spiragli preziosi quando sta indagando su qualche mistero. Ne soffre da quando, ancora bambino, ha assistito all'uccisione dei suoi genitori. Il padre era a sua volta commissario e Roberto ha deciso, nonostante tutto, di seguire le sue orme e vive il suo lavoro come una missione.

Dopo una prima indagine ambientata negli Appennini emiliani, in cui riecheggia la storia dei partigiani, Venti corpi nella neve, e una seconda avventura ambientata proprio dalle mie parti, nelle colline del prosecco, in cui viene affrontata la tematica dell'immigrazione, Io sono lo straniero, ora Roberto si è spostato nella Bassa emiliana, a Pontaccio, vicino a Colorno, nota per la reggia che per tanti anni ospitò il manicomio, chiuso in seguito all'approvazione della legge Basaglia. Qui è stato assassinato il dottor Mario Gardini, l'anziano medico "dei matti", l'amico che gli aveva insegnato come tenere sotto controllo la Danza. Sebbene sia stato temporaneamente sospeso dal servizio, Serra decide comunque di occuparsi del caso, date le sue implicazioni personali. Si ritrova così letteralmente immerso nell'afa di una torrida estate sulle rive del grande fiume Po in piena, in compagnia di personaggi che sembrano usciti da un libro di Guareschi, impelagato in un mistero dai risvolti inquietanti, in cui è difficile distinguere i "matti" dai "normali".

I romanzi di Pasini sono "gialli" atipici: per Giuliano il movente giallo è solo una scusa per parlare d'altro e affrontare argomenti seri in modo più lieve e accattivante: le abominevoli crudeltà commesse durante la resistenza partigiana, la difficile integrazione degli stranieri nelle nostre terre o la gestione dei malati di mente dopo la chiusura dei manicomi.

Vi consiglio di leggere tutti i libri di Giuliano Pasini, partendo possibilmente dal primo: entrerete così nella vita del commissario Serra e diventerete subito suoi amici, com'è successo a me (un po' meno della sua donna, Alice, ma fa parte del gioco...)

Giuliano Pasini
Il fiume ti porta via
Mondadori
isbn 9788804634720
ebook diponibile

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