Julian Barnes, Il senso di una fine



"Che ne sapevo io della vita, io che ero sempre vissuto con tanta cautela?" Julian Barnes, Il senso di una fine

È sempre difficile parlare dei libri che in poche pagine ti rivelano verità così fondamentali sulla vita.
Il senso di una fine di Julian Barnes è uno di quelli; il classico libro che devi leggere con la matita a portata di mano perché è costellato di frasi memorabili, frasi che non puoi far altro che rileggere più volte e sottolineare nella speranza di farle diventare, in qualche modo, anche un po' tue.

Tony Webster, voce narrante del romanzo, si presenta come un uomo mediocre, un uomo senza qualità, che nella vita non ha "mai vinto né perso" e il cui epitaffio ideale - se non avesse già optato per la cremazione - dovrebbe recitare: "Tony Webster - Che non c'è mai arrivato", come ama ripetergli Veronica, la donna che ha amato in gioventù ma che gli ha preferito Adrian, il suo amico più brillante, morto suicida in giovanissima età. "Adrian ti prendeva per mano lungo il percorso dei suoi pensieri come se nemmeno lui si capacitasse della facilità con la quale viaggiava. Abitava uno stato di grazia che tuttavia non lasciava fuori l'altro. Ti faceva sentire coautore del suo pensiero, anche se non avevi proferito parola." 

Tony è costretto a tornare con la mente a quegli anni, al suo rapporto con Adrian e Veronica, a causa di un misterioso lascito di cinquecento sterline e del diario di Adrian. Forse è finalmente arrivato il momento di capire il significato di quel gesto, che ha lasciato tutti interdetti, lui per primo che ha sempre considerato Adrian un vincente. "Mi sono ritrovato a paragonare la mia vita a quella di Adrian. Alla sua capacità di guardarsi dentro, di assumere posizioni etiche e di agire di conseguenza; al coraggio mentale e fisico del suo suicidio. "Si è tolto la vita" si dice; ma Adrian se n'era anche fatto carico, assumendone il comando e prendendola nelle sue mani per poi lasciarla andare. Quanti tra noi - noi che restiamo - possono dire di aver fatto altrettanto?"

Nonostante la sua dichiarata mediocrità, Tony è capace di frasi come "È negli occhi che abbiamo incontrato l'altro ed è lì che ancora lo ritroviamo" quando parla della bellezza sfiorita dell'ex moglie, Margaret, con la quale è ancora in ottimi rapporti nonostante il divorzio. Tony in realtà incarna l'eroe qualunque, che ha fatto tesoro delle sue esperienze e sa guardare con distacco e con affetto agli errori commessi dal suo "io" giovane: "quando siamo giovani e sensibili, siamo anche più cattivi che mai; mentre, con il rallentarsi del sangue nelle vene, quando la sensibilità delle cose è meno acuta, e noi più corazzati e più capaci di tollerare le ferite, diventiamo anche più attenti a non far male."

Per Tony il senso della vita è finalmente chiaro: "Certe volte penso che lo scopo dell'esistenza sia quello di riconciliarci, per sfinimento, con la sua perdita finale, dimostrandoci che, indipendentemente dal temp che ci vorrà, la vita non è affatto all'altezza della sua fama."

Chi come me ha amato Stoner, non potrà rimanere indifferente al fascino di Tony Webster!

Julian Barnes
Il senso di una fine
Traduzione di Susanna Basso
Einaudi
ISBN 9788806216160

Commenti

Post più popolari