"Ancóra" di Hakan Günday



"Il mio desiderio era essere un bambino qualsiasi, che si sentiva rimproverare dal padre per i brutti voti della pagella e non perchè avevo dimenticato di accendere il ventilatore nuovo che avevamo montato nel vano di carico del camion! E non era affatto come dimenticare le luci accese in casa. Quella dimenticanza aveva causato la morte per asfissia di un afgano."

Questa è la storia di Gazâ, un ragazzino cresciuto senza madre a Kandali in Turchia. Gazâ ha appena dodici anni e come tutti i ragazzini vorrebbe soltanto giocare e andare a scuola - dove tra l'altro è il migliore della classe - ma il padre Ahad lo costringe ogni giorno a lavorare per lui dopo la scuola.

Ahad è un trafficante di clandestini, che trasporta nel vano del suo furgone verso le coste del Mar Egeo, dove poi vengono imbarcati nella speranza, troppo spesso vana, di realizzare il sogno di una vita migliore. Per nasconderli, nell'attesa del via libera, utilizza una cisterna per l'acqua nel suo giardino, dove i clandestini rimangono segregati anche per settimane.

Gazâ è un piccolo genio e sogna di andare al liceo e poi all'università per diventare uno scienziato. Gazâ però sa che il suo è soltanto un sogno, perché la sua vera scuola è la cisterna e i suoi unici compagni i clandestini. Gazâ deve occuparsene personalmente, procurando loro cibo, acqua e medicinali se si ammalano.

Nella cisterna Gazâ conosce Cuma, giovane profugo afgano, con il quale stringe amicizia e dal quale riceve in dono una rana di carta, un piccolo origami portafortuna. Purtroppo però un giorno Gazâ si dimentica di accendere il ventilatore nella cisterna e il giovane Cuma muore per asfissia. Da quel momento Gazâ perde la sua innocenza di bambino e, per reazione al senso di colpa, si trasforma in un piccolo tiranno sadico, che si diverte a torturare e a osservare il comportamento degli esseri umani in cattività. Fino a quando una notte, trasportando i clandestini, il furgone di Ahad esce di strada e precipita in un burrone.

Gazâ rimane sepolto per giorni e giorni sotto i corpi dei clandestini e del padre morti nell'incidente e questa esperienza lo cambia per sempre. Inizia così per Gazâ una discesa agli inferi dalla quale potrà risalire soltanto facendo appello ad una forza di volontà incredibile. A guidarlo sarà la voce di Cuma, l'amico perduto, di cui ha sempre gelosamente conservato la piccola rana portafortuna.

Ancóra è un libro meraviglioso, che affronta con poesia e - anche se può sembrare impossibile - leggerezza un dramma che si svolge quotidianamente sotto i nostri occhi, raccontandocelo dal punto di vista di chi ne è direttamente coinvolto, senza retorica e senza ipocrisie. È un vero romanzo di formazione, che dovrebbero leggere tutti i ragazzi, per capire quanto sono fortunati a poter studiare, a vivere in una casa calda e accogliente, a non dover scappare e nascondersi, a non vivere con la paura di morire ogni giorno. È un romanzo che apre gli occhi sulla schiavitù moderna, che tutti ma proprio tutti dovrebbero leggere per dire basta al traffico umano, alla violenza, allo sfruttamento, allo sterminio di tante vite e per poter ricominciare a costruire un mondo migliore.

"Che ti aspetti? Pensi che la gente di là stia ad aspettarti per accoglierti a braccia aperte? Imbecille! Nel posto in cui vuoi andare non vali niente! Lo capisci? Proprio niente! Lo vedrai! nessuno vorrà sedersi accanto a te sull'autobus! Nessuno vorrà rimanere solo in ascensore con te! Nessuno vorrà che i propri figli facciano amicizia con i tuoi!"

Dopo il successo di A con Zeta, celebrato come il migliore romanzo turco nel 2011 e tradotto in diciannove lingue, con Ancóra Hakan Günday si è definitivamente affermato come una delle voci più interessanti dell'Europa che cambia, vincendo il prestigioso Prix Médicis in Francia nell'autunno 2015.

Hakan Günday
Ancóra
(Daha)
traduzione di Fulvio Bertuccelli
Marcos y Marcos
collana Gli Alianti


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