"The end of the tour" di James Ponsoldt tratto da "Come diventare se stessi" di David Lipsky



"Non apri un libro di 1000 pagine perché hai sentito che l'autore è un uomo normale, lo fai perché
 è geniale." David Lipsky


Nell'inverno del 1996 il giovane David Lipsky, che all'epoca lavorava come giornalista per la rivista Rolling Stone, viene inviato ad intervistare David Foster Wallace, autore di culto della sua generazione - tanto da essere paragonato ad una rockstar - in occasione del tour promozionale di Infinite Jest, il suo ultimo romanzo, consacrato dalla critica e dal pubblico come un capolavoro (il New York Times lo inserirà nella classifica dei 100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 al 2006).

Lipsky, giovane autore di belle speranze, parte con la segreta ambizione di carpire il segreto di tanto successo. Nei cinque giorni trascorsi in giro per gli Stati Uniti a fianco di DFW, tra voli aerei e lunghi viaggi in auto, cene a base di junk food e notti insonni, il rapporto tra i due evolve ben oltre la dimensione professionale. Lipsky capisce di trovarsi di fronte ad una personalità complessa, ad un uomo estremamente sensibile e attento a tutto ciò che lo circonda. Wallace, dal canto suo, dopo un'iniziale diffidenza, si apre al confronto e non esita a mostrarsi nella sua fragilità e vulnerabilità.



L'articolo non verrà mai pubblicato dalla rivista ma, qualche anno dopo, nel 2008 appresa la notizia del suicidio di DFW, Lipsky decide di riascoltare le cassette incise durante i giorni trascorsi con l'autore che ha cambiato il corso della sua vita e di trascriverne i dialoghi. Nasce così il bestseller Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta, che consacrerà in modo definitivo il mito di Wallace e la fama di Lipsky.Questa in breve la trama del film uscito nelle sale italiane lo scorso 11 febbraio e la sinopsi del libro di Lipsky.

Premetto che Wallace è un autore che mi ha sempre incuriosita e allo stesso tempo spaventata. Di lui ho letto soltanto il primo romanzo, La scopa del sistema, in realtà una rielaborazione romanzata della sua tesi di laurea che verteva sul principio di non contraddizione, e mi accingo ora a leggere Una cosa divertente che non farò mai più, reportage semiserio di una crociera extralusso ai Caraibi, che gli fu commissionato dalla rivista Harper's e che è diventato nel tempo, a seguito di numerose revisioni, un classico dell'umorismo postmoderno e una satira spietata della società contemporanea e del divertimento di massa.

Come spesso accade con gli autori di culto, ma anche con i compositori e gli artisti di un certo livello, c'è bisogno di tempo e predisposizione d'animo per poterli comprendere e apprezzare pienamente, per poterli assimilare insomma, e in questa vita pervasa da troppi stimoli superficiali e inutili, in cui siamo sempre meno inclini a prenderci il tempo necessario per leggere e meditare con calma, i libri di Wallace sono tra le letture che continuavo a rimandare. Ma la visione del film ha risvegliato in me la curiosità mai del tutto sopita nei suoi confronti (ecco perché amo tanto le contaminazioni tra narrativa e cinema!)

Wallace è stato un uomo dalle molteplici sfaccettature e la sua complessità si riflette nella sua scrittura: studente eccellente, non si laureò soltanto in letteratura inglese ma anche in filosofia con una specializzazione in logica modale e matematica, ma questo non gli impedì di praticare lo sport a livello agonistico. Le sue esperienze come tennista professionista, ma anche il suo abuso di droghe, le sue difficoltà nelle relazioni, la sua visione lucida e disincantata della società contemporanea, la sua profonda sensibilità e senso dell'ironia, la depressione che lo accompagnò per tutta la vita determinando la sua fine così prematura, tutto è entrato nella sua opera e ha contribuito a renderlo il mito che, a quasi dieci anni dalla sua tragica morte, non ha ancora finito di provocarci e sorprenderci.

Ciò premesso, ho trovato il film estremamente poetico e toccante, molto fedele al libro di Lipsky e un'ottima scusa per avvicinarsi al mondo e all'opera di questo ragazzo geniale e sensibilissimo di nome David Foster Wallace.



David Lipsky
Come diventare se stessi.
David Foster Wallace si racconta
Traduzione di Martina Testa
Minimum Fax




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